Nello sterminato panorama dei caratteri tipografici, che ormai vengono prodotti al ritmo con cui Mc Donald’s sforna cheeseburger, uno che si è ritagliato uno spazio significativo a dispetto di caratteri parenti ma più datati (tipo il Frutiger) è l’Open Sans.
Progettato nel 2010 da Steve Matteson e commissionato da Google, Open Sans è disponibile su Google Fonts in 10 stili (13 aggiungendo il condensed) e un set molto ampio che comprende quasi 900 glifi, includendo i set ISO Latin 1, Latin CE, Greco e Cirillico standard.
Ottimizzato per stampa, web e applicazioni mobile, è un carattere che si distingue per l’occhio medio alto, per le forme aperte e un contrasto molto basso. Non ha particolari segni distintivi ma nella sua “neutralità” ha un aspetto fresco e gradevole, oltre a un’eccellente leggibilità. La versione light è particolarmente elegante e anche nello stile più strong non si scompone.
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