Il concetto di creatività negli ultimi anni ha suscitato notevoli interessi tanto da metterci nell’obbligo di analizzare le cause e gli effetti che determinano le qualità specifiche di questa potenzialità umana. La creatività è una capacità che hanno tutti gli esseri viventi ma in molti rimane ad un livello di latenza senza mai venire fuori. Questo post è per tutti gli aspiranti grafici, creativi in erba, e perché no, per i clienti che con molto entusiasmo hanno deciso di comprare il corso a fascicoli con la speranza di potersi confrontare ad armi pari con i professionisti. Se il vostro scopo è puramente hobbistico, avete tutto il mio supporto. Se invece pensate di diventare grafici professionisti con un corso per corrispondenza è giusto che siate avvisati di ciò che vi aspetta. Fidatevi, il nostro non è il mestiere più bello del mondo. Non dite che non vi avevo avvertito. Ah, dimenticavo, a malincuore devo dirvi che la grafica non si fa più con matite, gomma, carta millimetrata e pennarelli…
1. Non è un lavoro come gli altri
Essere creativi non è un lavoro e non lo si può imparare. La creatività non si compra in edicola. Un vero creativo si riconosce perchè, oltre ad aver acquisito le capacità tecniche che cercano di vendervi a spizzichi e bocconi, ci mette del suo anche nei lavori più schematici e ripetitivi riuscendo a guardare cose vecchie con occhi nuovi. Come dice Proust, il creativo è un pazzo che usa la follia “per rendere sopportabile la realtà”. Immagina, divaga, interpreta, sogna, facendo di quei sogni la sua strabiliante realtà. Perché questo è il suo modo di essere. Rassegnatevi. Avrete sicuramente altre doti che potrete mettere a frutto in un’altra professione.
2. Richiede studio e impegno
Molti aspiranti grafici commettono un errore fondamentale: mi compro un computer, quindi posso fare il grafico. Figuriamoci ora che gli forniscono gli strumenti del grafico. Perché oggi è molto più semplice ed economico rispetto a 15/20 anni fa. Quando comprai il mio primo Mac (il mitico Quadra 700), rispetto ad oggi, l’hardware e il software erano molto più cari. Un esempio su tutti: la RAM costava l’equivalente di 50 euro a Megabyte. Si avete letto bene, Megabyte. I software poi erano pertinenza di pochi e ricchi eletti e non c’era proliferazione di programmi e programmini di grafica. Al di là di tutto ciò, diventare un bravo grafico richiede dedizione, studio e applicazione continua. Saper smanettare su Photoshop senza avere una solida conoscenza delle basi della comunicazione visiva non serve a nulla. E anche se avete un minimo di talento ci fate ben poco. Soprattutto, la teoria non basta, ci vuole pratica e tanta fatica. Ve lo dice uno che sognava di fare il grafico però ha studiato prima informatica.
3. La creatività da sola non basta
Bene. Avete superato indenni i primi due punti. Ora però non montatevi la testa. Il fatto che siate bravi non significa automaticamente che i clienti cadranno ai vostri piedi pregandovi di offrir loro i vostri servigi. Anche se siete i nuovi Armando Testa non andrete da nessuna parte se non sapete stare sul mercato.
Bisogna sapersi vendere e saper vendere il proprio lavoro. E ho detto vendere, non svendere. Fare preventivi fuori mercato o svalutare il proprio talento accettando lavori a prezzi irrisori o gratuitamente, non fa altro che nuocere alla reputazione vostra e della categoria in genere, abbassa gli standard qualitativi e i guadagni danneggiando chi fa seriamente questo mestiere. Sarete costretti a rinunciare a qualsiasi ambizione di professionalità e sarete inesorabilmente relegati nella categoria degli “smanettoni”.
4. Non vi verrà regalato nulla
Un’altra controindicazione spiacevole è che nessuno comprenderà il vostro valore. Non preoccupatevi, non lo riconoscono nemmeno a quelli più bravi di voi. Bisogna sgomitare. Gli unici artefici del vostro successo siete voi e le occasioni dovete crearle e non aspettare che ve le offra qualcuno. Perché nessuno si curerà dei vostri obiettivi meglio di voi e perché, sostanzialmente, nessuno regala nulla. Ci si troverà spesso a dover prendere decisioni, anche drastiche, perché non bisogna mai perdere d’occhio i propri obiettivi e non bisogna mollare mai, anche rischiando di incrinare rapporti, altrimenti quello che vorreste che diventasse un lavoro rimarrà poco più che un passatempo. Costoso.
5. Stabilite fin da subito se sarà un gioco o un lavoro serio
È bene sapere fin da subito che i professionisti veri e i clienti vi considereranno dei giocherelloni con l’hobby delle arti grafiche. La vostra reazione alle critiche determinerà la misura della vostra predisposizione per questo lavoro. Se le critiche non vi scalfiscono rassegnatevi al ruolo di “grafico passatempo”. Viceversa, se vivete questo lavoro con passione tenete duro e non buttatevi giù. Con l’applicazione e lo studio, all’inizio prenderete qualche delusione, ma alla lunga i risultati arriveranno.
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